Oggi, a fronte delle continue e forti variazioni della domanda e di una crescente complessità del mercato di fornitura, diventa estremamente importante ridurre gli stock e il lead time per raggiungere una maggiore efficienza e i livelli di servizio desiderati. In quest’ottica è necessario ottimizzare non solo i propri processi produttivi ma l’intera Supply Chain.

Perché emerge il DDMRP? 

La volatilità dei mercati rende poco adatto l’utilizzo delle pratiche standard del sistema MRP basato su presupposti di prevedibilità del venduto. Per questo motivo si diffonde sempre di più la metodologia Demand Driven MRP ideata da Demand Driven Institute volta a correggere le inadeguatezze del sistema tradizionale di pianificazione e gestione della supply chain.

Per capire meglio perché il tradizionale sistema MRP non è più sufficiente né per gestire le scorte né per determinare un lead time realistico ti invitiamo a leggere i nostri precedenti articoli:

https://www.linkedin.com/pulse/come-ddmrp-aiuta-ridurre-il-lead-time-leiman-srl-2tm8f/

https://www.linkedin.com/pulse/ddmrp-puo-davvero-ridurre-il-livello-di-inventario-del-41-02mlf/

Il DDMRP è una nuova metodologia di tipo pull per la pianificazione e la gestione della catena di approvvigionamento che si basa sul funzionamento dei buffer necessari per assorbire la variabilità di domanda e fornitura. La possibilità di regolare in modo dinamico i buffer permette di allineare il livello del buffer con i trend della domanda e pertanto, assicurare la giusta quantità di stock e i livelli di servizio desiderati.

In altre parole, DDMRP è in grado di percepire i cambiamenti nella domanda dei clienti, poi adattare la pianificazione e la produzione tirando contemporaneamente i materiali dai fornitori – il tutto in tempo reale! Tra le famose cinque promesse del Demand Driven MRP vi sono anche quelle di ridurre il livello di inventario al 41% e il lead time fino all’80%.

Buffer DDMRP e il lead time disaccoppiato

DDMRP, un metodo pratico e collaudato che si basa sull’utilizzo dei c.d. buffer, dati dal posizionamento dei punti di disaccoppiamento e lo stock associato alla loro posizione, che isolano attività e le rendono così distinte e indipendenti al fine di abbattere le oscillazioni e impedire che le distorsioni si propaghino a monte e a valle. I buffer sono regolati in modo dinamico che si allineano con i trend della domanda al fine di:

  • Assorbire la variabilità di domanda e fornitura
  • Comprimere i lead time
  • Generare gli ordini di ripristino

I punti di disaccoppiamento, secondo la definizione di APICS, sono punti nella struttura del prodotto o nella rete di distribuzione dove si colloca del materiale per creare indipendenza tra processi o soggetti. Selezionare i punti di disaccoppiamento è una decisione strategica che definisce i tempi di risposta ai clienti e l’investimento in materiali

Emerge così un nuovo tipo di Lead time che deve essere calcolato in modo tale da comprimere le tempistiche ai livelli richiesti dal mercato, promettere date di consegna realistiche e stabilire livelli appropriati per i buffer di disaccoppiamento. L’innovazione del DDMRP è proprio questa – l’integrazione del concetto di lead time con la tecnica di disaccoppiamento basata su buffer. I buffer sono espressione di stock posizionati strategicamente sui componenti della distinta base che consentono di ottenere un nuovo valore di riferimento per i lead time.

Lead time disaccoppiato (Decoupled Lead Time, DLT) un lead time cumulativo definito come la sequenza più lunga non protetta (non bufferizzata) in una distinta base. Il DLT è calcolato sommando i lead time della più lunga sequenza non protetta.

Risultato?

In molti settori sono state registrate riduzioni dei lead time superiori all’80%.

Perché distinguere tra articoli veloci, medi e lenti? 

Innanzitutto, è importante distinguere tra gli articoli veloci, medi e lenti, per i quali la frequenza media di riordino e le quantità di stock potrebbero essere significativamente diversi. Il confronto della frequenza media data dal rapporto tra il Minimo d’ordine (Minimum Order Quantity, MOQ) e Consumo medio giornaliero (Average Daily Usage, ADU) produce un «indice di flusso» (flow index) che permette, appunto, la discriminazione.

Minimo d’ordine (MOQ)

I minimi d’ordine possono influenzare la dimensione della zona verde quando sono significativi rispetto alla media della domanda. Ciò significa che in un ambiente DDMRP influenzerebbero sia la dimensione che la frequenza media degli ordini. A volte, gli MOQ dipendono da reali limitazioni e solidi presupposti, ma spesso non è così. Il DDMRP permette all’azienda di valutare l’impatto degli MOQ sul capitale circolante e sul flusso dei materiali nel sistema.

Fattori critici del consumo medio giornaliero (ADU):

ADU è il tasso della domanda usato per calcolare i buffer. Tra i fattori critici in tale calcolo abbiamo:

  • La lunghezza del periodo per il calcolo della media (se è troppo lungo il buffer non è abbastanza reattivo, se è troppo breve il buffer si flette in continuazione causando iperreattività)
  • La frequenza di aggiornamento (L’ADU sarà più regolare se il calcolo è giornaliero. Più lungo è l’intervallo tra i ricalcoli, maggiori sono i rischi che l’ADU presenti irregolarità. Per la maggior parte dei settori industriali, si raccomanda che il calcolo sia effettuato almeno una volta alla settimana)
  • La scelta di usare per il calcolo un periodo nel passato, nel futuro o misto
  • Le eventuali eccezioni.

I lead time in un sistema DDMRP vanno da zero (cioè, da stock) per i prodotti regolarmente richiesti dal mercato (i “runners”) fino a quelli dei prodotti richiesti solo sporadicamente come gli “strangers” dove essi dipendono dalla posizione del più distante punto di disaccoppiamento prima del completamento.

Categoria intermedia sono i ‘repeaters’, articoli richiesti diverse volte in un dato periodo ma con frequenza bassa e imprevedibile. La decisione sulla loro gestione è politica: in generale, vanno gestiti come gli “strangers”; tuttavia, se sono strategici o se è necessario averli a disposizione subito per motivi contrattuali o per garantire l’operatività di mezzi/impianti in caso di guasti con effetti potenzialmente gravi, allora si gestiranno come i “runners”.

Quindi, la percentuale generale di riduzione dei lead time rispetto al presente dipende dalla tipologia della domanda e dalle scelte strategiche che determinano un certo equilibrio tra gli articoli veloci, medi e lenti.

Leiman s.r.l. , abilitata ad implementare sistemi di pianificazione secondo la metodologia Demand Driven, vi accompagnerà in questo percorso rendendolo il più agevole e sicuro possibile.