Ultimamente si parla sempre di più della centralità del cliente e della customer satisfaction. Ma avete mai pensato che, mentre voi state cercando di completare il processo volto a soddisfare un cliente, le sue esigenze, aspettative e bisogni siano già cambiati?
Oggi, a fronte delle continue e forti variazioni della domanda e di una crescente complessità del mercato di fornitura, diventa estremamente importante ridurre il lead time, cioè il tempo in cui l’azienda riesce a soddisfare la richiesta di un cliente. In quest’ottica è necessario ottimizzare non solo i propri processi produttivi ma l’intera supply chain.
Perché il tradizionale sistema MRP non è più sufficiente?
Il concetto di Lead time può assumere diversi significati a seconda del contesto di riferimento. Con un particolare riferimento al cliente, è quel periodo di tempo che intercorre tra la conferma di un ordine d’acquisto e la data di consegna prevista che può variare a seconda della tipologia di prodotto e di cliente.
Un’efficace gestione del lead time è importante non solo in ottica di efficientamento dei processi e la riduzione dei costi, ma soprattutto per migliorare il servizio erogato ai clienti, evitando potenziali ritardi nella consegna.
Il lead time è una dimensione composta da alcuni aspetti del processo: la previsione della domanda, il controllo dello stock e il livello del servizio. Quando risultano ottimizzati, questi fattori sono in grado di apportare i seguenti benefici:
- prevedere variazioni qualitative e quantitative della domanda
- generare meno scorte e gestire lo stock in maniera più vantaggiosa
- raggiungere la dinamicità e adattabilità della logistica, semplificazione dei processi
La metodologia tradizionale dell’MRP distingue due tipi di lead time:
- Il lead time di produzione (MLT), cioè il tempo necessario per realizzare il prodotto finito al livello più basso della distinta base. Viene anche definito “lead time ottimistico” e sottostimato perché si basa sul presupposto che tutti i componenti (materie prime e semilavorati) siano sempre disponibili quando servono.
- Il lead time cumulato (CLT), cioè il tempo necessario per realizzare un determinato prodotto, inteso come somma di tutti i singoli lead time, ipotizzando che nessun componente (materia prima o semilavorato) sia disponibile al momento dell’ordine. Questa formulazione porta a un lead time “pessimistico” e sovrastimato.
Sia il lead time di produzione, sia quello cumulato sono di fatto due ipotesi, per lo più irrealistiche. Inoltre, sappiamo di non avere il tempo sufficiente per eseguire tutte le attività di approvvigionamento, produzione, e distribuzione dei prodotti finiti (lead time cumulativo, CLT) entro il Customer Tolerance Time (CTT).
Come di solito si cerca di risolvere questo problema?
Tradizionalmente, cerchiamo di stabilire un orizzonte di pianificazione almeno pari a un lead time cumulativo, di utilizzare previsioni di domanda per quel periodo futuro per rilasciare ordini di fornitura e programmare le attività e di portare a compimento quel programma “congelato”. Crediamo così di guadagnare il tempo necessario per garantire la disponibilità dei componenti necessari e stabilizzare la produzione.
In altre parole, è il c.d. problema del “precisamente sbagliato”. Si cerca di pianificare in anticipo, a partire dal piano principale di produzione (S&OP a livello strategico e MPS a livello tattico), ragionando per intervalli. Al contrario, l’MRP richiede di essere alimentato dall’MPS con numeri singoli, perdendo così ogni legame con gli intervalli di partenza e può causare la propagazione verso il basso di valori singoli e errati.
Il calcolo tempificato dell’MRP inizia con gli articoli elencati nell’MPS e determina: le quantità di tutti i componenti ei tutti i materiali necessari per produrre tali prodotti, e le date per le quali tali componenti e materiali devono essere disponibili.
In realtà, l’MRP non è mai stato pensato per gestire le scorte, ma piuttosto come un perfetto calcolatore make-to-order, ed è per questo motivo che esso tende ad azzerare gli stock. L’MRP produce una pianificazione realistica solo se si verificano tre presupposti essenziali:
- che la domanda sia nota e non cambi;
- che si abbia il tempo sufficiente per portare a termine tutte le attività richieste entro il Customer Tolerance Time (CTT). Il limite temporale della domanda dovrebbe essere basato sul CLT;
- che non ci sia variabilità nell’esecuzione (cioè, che tutto funzioni secondo programma).
DDMRP e il lead time disaccoppiato
DDMRP, un metodo pratico e collaudato di tipo pull per la pianificazione e la gestione della catena di approvvigionamento, si basa sull’utilizzo dei c.d. buffer, dati dal posizionamento dei punti di disaccoppiamento e lo stock associato alla loro posizione, che isolano attività e le rendono così distinte e indipendenti al fine di abbattere le oscillazioni e impedire che le distorsioni si propaghino a monte e a valle. I buffer sono regolati in modo dinamico che si allineano con i trend della domanda al fine di:
- Assorbire la variabilità di domanda e fornitura
- Comprimere i lead time
- Generare gli ordini di ripristino
I punti di disaccoppiamento, secondo la definizione di APICS, sono punti nella struttura del prodotto o nella rete di distribuzione dove si colloca del materiale per creare indipendenza tra processi o soggetti. Selezionare i punti di disaccoppiamento è una decisione strategica che definisce i tempi di risposta ai clienti e l’investimento in materiali.
Emerge così un nuovo tipo di Lead time che deve essere calcolato in modo tale da comprimere le tempistiche ai livelli richiesti dal mercato, promettere date di consegna realistiche e stabilire livelli appropriati per i buffer di disaccoppiamento. L’innovazione del DDMRP è proprio questa – l’integrazione del concetto di lead time con la tecnica di disaccoppiamento basata su buffer. I buffer sono espressione di stock posizionati strategicamente sui componenti della distinta base che consentono di ottenere un nuovo valore di riferimento per i lead time.
Lead time disaccoppiato (Decoupled Lead Time, DLT) un lead time cumulativo e qualificato definito come la sequenza più lunga non protetta (non bufferizzata) in una distinta base. Il DLT è calcolato sommando i lead time della più lunga sequenza non protetta. Ogni volta che un articolo di produzione ha un componente non bufferizzato, il DLT è maggiore del suo MLT.
Risultato?
In molti settori sono state registrate riduzioni dei lead time superiori all’80%.
Leiman, il primo partner del Demand Driven Istitute in Italia, è certificata e abilitata a implementare sistemi di pianificazione secondo la metodologia Demand Driven.